Le Sirene

Proponiamo in questa pagina una raccolta delle domande più frequenti sulle sirene, con le loro relative risposte, per fare finalmente chiarezza, e trovare il fondo di verità di questa leggenda.





Chi sono le sirene?

Le sirene sono creature mitologiche diventate parte dell’immaginario collettivo; nate e diffuse dai racconti dei marinai, sono il simbolo stesso del mare, insidia e fascino insieme.



Che cosa vuol dire la parola “Sirena”?

Seiren, il termine greco, ha dato origine alle versioni successive della sirena nelle lingue occidentali (latino: siren - sirenis; italiano: sirena; tedesco ed inglese usano lo stesso termine: Mermaid) ed ancora adesso il suo significato è oscuro. Lo si può collegare al canto (e dunque alla radice orientale sir, oppure al greco syrízo “io sibilo”) al calore (da seirao, “io ardo”) o al loro modo di agire (da seirà, il nodo scorsoio, o da eiro, nel doppio significato di “io parlo” e “io incateno”).



Dove le troviamo per la prima volta?

Il primo a parlarcene diffusamente è Omero, nel libro XII dell’Odissea, indirettamente (discorso di Circe ad Odisseo) e direttamente (l’episodio dei tappi di cera che Odisseo usa per sfuggire al mitico canto) senza darne però una rappresentazione specifica, poiché riteneva che il suo pubblico ne conoscesse già i particolari: a spiegarci le sirene “omeriche” ci pensano dunque gli scoliasti alessandrini.



Da dove vengono le sirene?

Erano figlie di Acheloo, dio fluviale, e di Tersicore, musa della danza, (secondo altre versioni la madre invece era Sterope, lontana discendente di Zeus, per alcuni addirittura erano nate da un corno spezzato di Acheloo), che decisero di rimanere vergini, e per questo si inimicarono Afrodite, e che furono esiliate, dalla dea stessa, sull’isola di Antemoessa (“fiorita”, forse è l’isola di Capri o di Ischia).



Quante sono le sirene, e come si chiamano?

Le sirene omeriche erano due, Aglaofeme e Telpesia (rispettivamente “la donna dalla splendida parola” e “la donna dall’ammaliante canto”).

Le fonti post-omeriche, a formare una triade perfetta (convenzione antica poi passata nella cristianità, basti pensare alla Trinità di Dio), ne aggiungono un’altra, Peisinoe (“colei che persuade le menti”).

Con il passaggio in Magna Grecia, a questa triade se ne sovrappone un’altra, più antica ed autoctona, tramandata fino ad oggi, che comprende Leucosia, Ligea, ma soprattutto Partenope, “colei che ha la voce di vergine”, e gli antichi Greci (in particolare Strabone e Stefano Bizantino) le identificavano, anche territorialmente, con le isolette dell’arcipelago adesso chiamato “Li Galli”, sulla costiera amalfitana.



Che fine hanno fatto le Sirene?

Dopo la sconfitta patita ad opera di Ulisse, le fonti vogliono che Leucosia termini i suoi giorni a Punta Licosa, Ligea a Punta Campanella e Partenope a Pizzofalcone di Napoli, confine del primo nucleo abitativo della città (o a Castel dell’Ovo, altro confine della stessa area).

Strabone, il famoso geografo greco, proprio in base a questi toponimi difende la veridicità dei viaggi dell’Odissea dalle critiche di Eratostene.



Che forma avevano le sirene?

All’inizio erano ninfe, trasformate poi in uccelli per punizione: o per aver osato disobbedire ad Afrodite, o per, secondo un’altra versione, non essere riuscite ad impedire il ratto di Proserpina. In questo caso c’è chi vuole (Servio) che siano divenute uccelli per la rabbia di Cerere, madre della ragazza, chi (Ovidio), invece dice che fu proposta proprio dalle Sirene la trasformazione, in modo da cercare più velocemente la ragazza.



Ma come si arriva all’attuale raffigurazione della sirena come mezzo pesce e non mezzo uccello?

Le Sirene perdono le piume dopo aver perso una gara contro le muse nella città di Attera (nella parte nord di Creta, l’episodio è narrato da Stefano Bizantino) e poi, nel medioevo, molto probabilmente, si legò il contesto, prevalentemente marino, dell’episodio omerico, con la tradizione delle incantatrici d’acqua, proveniente dal nord Europa e portata in Italia dalle invasioni.



Quali sono le rivisitazioni più importanti che hanno avuto le sirene nel corso dei secoli?

Le prime opere a raffigurare la sirena Partenope com’è adesso sono i bestiari medievali, seguiti a ruota da Dante, Ariosto, Shakespeare, Tasso, Kafka ed altri dei più grandi autori della letteratura mondiale, fino ad diventare una saga in Germania (la “Loreley” di Heine), elemento del folclore in Inghilterra e Scozia ed una delle statue più famose del mondo in Danimarca.



Ed anche un piccolo blog, a Napoli, che tenta di far rivivere il suo mito d’amore. Per un approfondimento sul mito delle sirene nella storia, nel mondo e nella letteratura, rimandiamo ad uno splendido articolo di Alessia e Michela Orlando: Le sensuali ed ammalianti sirene nelle leggende e nella letteratura